Mi è stato riferito che quest’anno la Festa ha toccato un record di presenze: probabilmente il messaggio di unirsi e condividere dei momenti di comunità è stato efficace ed è riuscito ad arrivare un po’ a tutti. E’ stato proposto un programma abbastanza variegato: dalle arti figurative a quelle musicali, dal
teatro al gioco di squadra. Attorno all’intero programma c’è stata un’eccellente costruzione mediatica, curata in prima persona da Pierpaolo Gelussi. Il “Pierpy” ha pensato bene di sfruttare internet, riuscendo a raccogliere consensi ben al di fuori dei confini del villaggio.
I bambini sono stati protagonisti della prima edizione dei Giochi di Primavera, esperimento riuscitissimo, che ha dato notevole risalto ai momenti conclusivi della Festa. La domenica pomeriggio è stata certamente l’apoteosi per questo pubblico di piccoli grandi eroi. La tangibile voglia di fare e di volersi
mettere in gioco ha fatto raggiungere l’obiettivo comune: passare dei momenti in allegria, condividendo cibo e divertimento. In due parole: stare insieme. Infatti, lo “stare insieme” è stato il tema di questa ventesima Festa: il filo conduttore che ha ispirato le opere figurative in mostra sotto il tendone, ma
anche le immagini che ricordano la storia dell’asilo.
“Stare insieme” significava anche giocare in squadra e suonare assieme. A tal proposito, devo confessare che ho vissuto alcuni momenti davvero molto emozionanti: sabato sera, durante la loro esibizione in concerto, i Radio Dromo hanno invitato a sorpresa sul palco gli Altroego (Pink-Floyd cover band). Questi ultimi, non avendo potuto esibirsi quest’anno, sono stati onorati con un piccolo spazio per suonare “Money” insieme. Il sentimento di amicizia è stato davvero palpabile e le note uscivano da sole dagli strumenti.
Il secondo momento di emozione c’è stato quando, negli ultimi minuti dei Giochi con i bambini, hanno deciso di partecipare anche le mamme. Mai mi sarei immaginato un quadretto simile, nel quale era davvero evidente l’eccitazione dei bambini nel vedere le loro mamme mettersi in gioco. Anche questo è stato un fortissimo segnale di unione tra genitori e figli.
La terza cosa che mi ha colpito è stata la “comunità nella comunità”. La cucina è stata uno piccolo angolo di comunità: una piccola macchina formata da persone che insieme hanno collaborato per servire gli ospiti. Lì dentro c’era una vita a sé stante, pulsante, ma diversa da quella di chi si stava divertendo. Cuochi e aiutanti, camerieri ed inservienti, nessuno escluso hanno davvero contraddistinto una parte della Festa.
Con queste immagini non voglio assolutamente dimenticare tutti gli altri piccoli grandi momenti dei tre giorni assieme. Anzi, nonostante gli sforzi, anche i preparativi sono sempre qualcosa che si ricorda con amore, perchè si tratta di un’idea che prende forma, la plasmi, finchè non prende vita. Per questo la senti un po’ anche tua e ne sei orgoglioso.
Voglio ringraziare tutti coloro che in prima persona hanno permesso che questo ventesimo capitolo della Festa di Primavera si sia svolta nel migliore dei modi. Gli sforzi per realizzarla sono stati notevoli, ma parafrasando una nota pubblicità, il sorriso di un bambino che si diverte non ha prezzo.
Arrivederci al prossimo anno!
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