“La plastica dev’essere pulita”…ma perche’?

Filled Plastic Recycle Bin di JamailRaji, su Flickr

Anch’io, come molti di voi, abito in una citta’ dove c’e’ un programma municipalizzato di riciclaggio di carta, vetro, plastica ed altro. Questa (forse noiosa) attivita’, al di la’ di questioni etiche ed “alla moda”, e’ diventata una necessita’, dopo decenni di apparente benessere che invece ha sporcato il nostro pianeta come non mai.

La nostra Azienda di servizi ambientali ha diverse volte informato i cittadini attraverso lettere, volantini ed altra pubblicita’, su come comportarsi circa la separazione dei materiali, altrimenti destinati all’inceneritore. In verita’, opinion mia, ritengo che l’informzione che ci e’ stata fornita e’ piuttosto lacunosa, specie riguardo a dettagli su “quanto dev’essere pulita la plastica” per poter essere considerata “riciclabile”.

Io stesso mi sono posto questa apparentemente banale domanda, ma -colpa mia- non mi sono mai preoccupato di andare a fondo. Per fortuna che qualcun altro ci ha pensato, poiche’ forse vive in una citta’ dove esiste un rapporto chiaro e trasparente tra il cittadino e le istituzioni.

Cerchiamo di imparare anche questo.

Ho cercato di tradurre l’articolo originale di Kiera Butler dall’inglese americano che trovate qui:

http://motherjones.com/blue-marble/2011/02/clean-food-containers-recycling

Credo sia una lettura breve, ma estremamente utile.

 

Dalla lettrice Holly di Econundrums ci arriva questa domanda:
Le aziende di nettezza urbana ci raccomandano di riciclare i contenitori usati puliendoli accuratamente. Ma sono sempre più frustrata cercando di pulire accuratamente i barattoli del cibo, i contenitori dello yogurt, margarina ed altro senza sprecare molta acqua. Ritengo che l’acqua che uso, il gas per riscaldarla, il sapone per i piatti ed i tovaglioli di carta stanno sprecando le risorse naturali, senza contare che hanno loro stessi un costo.
Quindi, cosa vuol dire “è pulito abbastanza per poter essere riciclato”?
Questa domanda mi assilla ogniqualvolta getto un sacchetto usato per l’insalata nel riciclaggio. I residui della mia salsa sono abbastanza da contaminare l’involucro? E se è così, sarà magari l’impianto di riciclaggio a decidere che non vale la pena di riciclare il contenitore e semplicemente lo butta nel non-riciclabile?
Ho deciso quindi di chiamare Recology, la società che gestisce il programma di riciclaggio di San Francisco, a chiedere qual è l’approccio da usare con i contenitori per alimenti non perfettamente puliti. Secondo il portavoce Recology, Robert Reed, la maggior parte degli impianti non butta via un contenitore semplicemente perché è sporco. Non è neppure un grosso problema se i contenitori presentano dei residui di cibo di modesta entità (per esempio, lo yogurt che rimane nel barattolo quando con il cucchiaio non si riesce più ad estrarre).
Ma ecco la parte interessante: più puliti sono i contenitori, più valgono sul mercato dei materiali riciclabili. Gli impianti comunali di riciclaggio separano dapprima per genere (carta, diversi tipi di plastica, latta, ecc), poi per qualità. Gli operai separano i materiali riciclabili puliti da quelli sporchi, organizzandoli in balle. “Se la balla è di qualità inferiore, la loro vendita porta meno entrate economiche alla gestione dell’impianto, che servono per finanziare il programma di riciclaggio” dice Reed. Fornendo materiale riciclabile pulito, si può effettivamente salvare la città (e in ultima analisi) i soldi dei contribuenti.
Jennifer Berry, portavoce degli esperti di riciclaggio e di “Terra 911”, è d’accordo. “E’ un ritornello costante che ho sentito dalle aziende di riciclaggio, che la pulizia del prodotto e’ tanto piu’ desiderabile quanto buona è.”
I contenitori sporchi sono particolarmente problematici nelle comunità in cui vengono trasportati come plastica e carta insieme, dal momento che la carta può facilmente assorbire l’olio e altri residui. Ma la plastica sporca diminuisce anche le entrate econimiche della città. Frank Cvetovac è il responsabile della Epic, un’azienda che produce prodotti in plastica e che compra i suoi materiali dagli impianti comunali di riciclaggio. Uno dei fornitori abituali di Epic contribuisce con materiali che non riescono ad essere abbastanza puliti. “Noi offriamo loro il 25-30%  in meno rispetto al valore di mercato, dal momento che dobbiamo considerare una lavorazione aggiuntiva per poter ottenere delle materie prime utilizzabili”, dice Cvetovac.
Detto questo, Berry e Reed sono d’accordo che si dovrebbe seguire le linee guida che la tua città indica per la pulizia di contenitori, in quanto le attrezzature degli impianti e le loro capacità possono variare ampiamente. In generale, comunque, non c’è bisogno che tutti diventiamo delle “Lady Macbeth” in proposito. “Ricordati che non e’ necessario pulire cosi’ tanto da ottenere dei contenitori per conservare il cibo o mangiarci dentro; quindi non e’ nemmeno necessario utilizzare litri d’acqua fino a farli sembrare nuovi o completamente liberi dallo sporco”, dice Berry. Si potrebbe considerare un livello di “pulizia” tale quale quello al quale siete abituati per la lavastoviglie, se ne avete una, altrimenti potreste considerare di togliere “il grosso” con una spatola prima di gettare i contenitori nel cestino del riciclo.